Se il mondo dovesse fermarsi all’improvviso e tutto finisse sottosopra
Se toccassimo di nuovo le sacre sponde e il naufragare si tingesse di amaro
Se trovassimo infine la formula dell’universo e tutto quanto,
se abdicassimo felici a un rizoma frattale
Se d’un tratto non vivessimo strani giorni e la Pallavicini rimontasse imperterrita a cavallo
Se tu, Padre, non ti rivelassi il mio padre
E i nostri meriggi fossero svagati e abbronzati,
l’upupa un uccello tristanzuolo e ci spegnessimo nel meschino
Se il viaggio ci annoiasse a morte e tutto fosse nella meta
Se non volessimo e non le chiamassimo più emozioni
Se non fossi innamorato di te perché indaffaratissimo e strada facendo non vedessimo un belino
Se il terzo occhio fosse un orzaiolo e io non avrò cura di te
Se ci fossero un sacco di cose da capire e tenessi cucite per me le tue labbra
Se l’inverno portasse una felicità improvvisa e alzassimo le serrande del Mocambo
Se il cielo fosse sempre meno blu e tu fossi una Signora, una con niente stelle nella vita
Se nessuno (dico: NESSUNO) venisse a chiederti del nostro amore
Se fosse una pessima giornata e col cazzo che voglio andare al mare
E tutti e mille ce la facessimo senza problema alcuno e acqua torbida acqua scura
Se volessimo una periferia lievitante evanescente e partendo dimenticassimo di lasciare un biglietto
Se la mancanza di immaginazione andasse al potere e l’utero fosse degli altri e lo gestissero serenamente.
Se l’agnello sbranasse il lupo con buona pace della nonna di Cappuccetto
E le città fossero visibilissime con nomi tipo Peppa, Gianna, Pina.
Se i robot prendessero il controllo per sempre e ci trattassero da utili idioti.
Se vivessimo in una simulazione matematica e ci fosse un grande dittatore terribile e infingardo, un calcolatore tiranno che facesse il bello e il cattivo tempo.
Insomma se questa Regina cattiva del mondo avesse pieni poteri
Vorrei solo avesse la grazia, l’intelligenza, l’eleganza
e la mente e il cuore e la voce di Nicoletta Cinotti.